Cambio lingua

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Higurashi no Naku Koro ni ~ Rapiti dai demoni: atto secondo. Cose nascoste.

 

Nota 01 - 4:00
Tomitake fa riferimento a un modo di dire figurato molto usato in Giappone: "un fiore in ogni mano". Lo si usa per indicare una persona che si trova davanti a una scelta le cui alternative sono tutte vantaggiose. In senso un po' meno figurato, lo si usa anche per descrivere una persona che abbia due spasimanti, entrambi invidiabili, e che possa scegliere in piena libertà. In questo caso, Tomitake usa anche il senso letterale del detto: Kieichi ha un fiore a destra e uno a sinistra...

Nota 02 - 9:58
Il termine usato dalla professoressa è お客さん - okyakusan. Si tratta di un termine generico che indica l'ospite, il cliente, o la persona estranea che viene in visita.

Nota 03 - 9:58
Ooishi, il poliziotto, ha una personalità assai indiretta e indagatrice, come da copione. In particolare, ha il vizio di lasciare incomplete frasi molto complesse, omettendo il verbo, che in Giapponese, in genere, sta in fondo alla frase. Considerando il termine da lui usato, "garigari", che ha il senso di un oggetto acuminato usato per scavare con moto rotatorio, quello che dice è letteralmente, "Tomitake san, chissà cosa pensava, con le proprie unghie, con forza, giro-giro...". Il verbo "premere" lo abbiamo aggiunto noi; dalla struttura della frase, per un Giapponese risulta evidente che questa si sarebbe dovuta concludere con "premere", "scavare" o qualcosa di simile. Nella frase successiva, Ooishi usa la stessa costruzione, lasciando la conclusione all'ascoltatore.

Nota 04 - 12:49
Il termine usato da Ooishi è "ゆくえふめい" - yukue fumei - locazione incerta. È un termine tecnico per definire chi sparisce senza lasciare traccia.

Nota 05 - 13:14
Vediamo qui all'opera un altro dei numerosi vizi di Ooishi: quello di usare il discorso indiretto senza annunciarlo. Ooishi pensa che l'aver attirato l'ira del monaco finirà per essere la spiegazione che i paesani di Hinamizawa daranno all'incidente, ma riferisce quell'opinione come se fosse la propria. In realtà, oltre ad essere un suo modo abituale di fare, vuole anche accertarsi che Keichi sia totalmente scettico sull'argomento, perché, come dice subito dopo, Ooishi ha bisogno di una "sponda" per rompere il muro di omertà nel paese.
Qui, anche Keichi lascia la frase in sospeso. Letteralmente dice "Primariamente, per maledizioni o per malefizi, che le persone muoiano..." omettendo la parte finale della farse che sarebbe dovuta essere, certamente, una sorta di "è impossibile", o "è un'idiozia". Abbiamo dovuto provvedere noi per rendere la frase intelligibile.

Nota 06 - 14:14
Hinamizawa è un luogo immaginario, ma viene collocato nella prefettura di Fukushima, vicino a una località chiamata Okinomiya. Si tratta della "città" di cui parlano i paesani e i personaggi. Nella sezione "Forum" dedicata a Higurashi no naku koro ni si trovano i risultati delle nostre ricerche in proposito.

Nota 07 - 14:43
鬼隠し - Onikakushi. È un termine chiave, che da anche il titolo a questo capitolo della serie. Il significato del termine viene spiegato a fondo in seguito da Ooishi, con alcuni esempi e in rapporto al termine 神隠し - kamikakushi. Questa parola letteralmente significa "occultato/nascosto dagli dei". È un termine che veniva usato in passato, e tutt'ora quando si vuole dare un tocco di drammaticità, per indicare le persone scomparse senza lasciare traccia, come se gli dei (i kami) fossero intervenuti per nascondere (kakushi) qualcosa o qualcuno alla vista dei mortali. Nel linguaggio mediatico di oggi, potremmo tradurlo con "desaparecido". "Oni" è uno dei modi per definire i demoni, gli antagonisti dei Kami; quindi un Onikakushi è un desaparecido, ma la sua scomparsa avviene ad opera di forze maligne. Abbiamo preferito però la definizione "rapito dai demoni" invece che "nascosto dai demoni" perché la spiegazione che si da di questo termine porta a figurare un ruolo attivo delle forze maligne. "Rapire", sebbene non letteralmente identico a "kakushi", rende meglio l'idea dietro la parola.

Nota 08 - 16:21
かくしごと - kakushigoto - Il termine usato da Keichi significa grosso modo "segreto", ma letteralmente vuol dire "cosa nascosta". È un termine un po' più arcaico di "himitsu" e "naisho", entrambi col significato di "segreto", solo che himitsu indica un segreto privato, una cosa che una persona tiene per se, mentre naisho ha il senso di "tenere una cosa segreta", e si focalizza sull'azione di non parlare, di non divulgare, piuttosto che sulla cosa tenuta segreta. Kakushigoto è propriamente una cosa nascosta, come appunto la verità sugli omicidi di Hinamizawa. Non è per caso che Keichi sceglie questo termine, che risuona in Onikakushi e che ha il senso di un qualche segreto custodito da più persone.

Nota 09 - 20:23
La frase usata da Ooishi è "真相は闇の中­" - Shinsou wa yami no naka - la verità è nel mezzo delle tenebre. Si tratta di un modo giornalistico/letterario che può essere usato come da noi si usa "la polizia brancola nel buio"; solo che nella frase italiana si fa riferimento all'incapacità della poizia di agire, mentre in quella giapponese si accentua la difficoltà di giungere alla verità.

Nota 10 - 21:47
Anche qui, il verbo viene omesso. Keichi dice "おいしさと...おれのかいわを" - oishisa to... ore no kaiwa wo. Letteralmente vuol dire "con gusto... la mia conversazione... ". Oishisa è la "bontà" di un cibo. Anche senza il verbo, capiamo perfettamente cosa Keichi intendesse.