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D.C.S.S ~ Da Capo Second Season ~ Una lettera per Miharu

 

Nota 01
Il termine usato è 恋人 - koibito - letteralmente persona che ama. La parola equivalente in italiano sarebbe amante, ma comunemente per amante si intende una persona con cui si intreccia una relazione al di fuori di un matrimonio, o comunque con la quale si ha una relazione poco stabile. Koibito invece indica sia una persona che ama qualcun'altro, sia la persona amata (se questa ricambia il sentimento). Il senso della frase "Se c'è chi ci ama" è dunque da intendere: "Se amiamo e siamo amati".

Nota 02
Nemu è la sorella adottiva di Junichi, colei che scrive la lettera che viene letta all'inizio del primo episodio. Fino a questo momento, Junichi non non sapeva se l'avrebbe mai rivista; anzi quella lettera aveva il sapore di un addio.

Nota 03
Si tratta della frase di rito "Yoroshiku onegai shimasu", che letteralmente vuol dire: "chiedo umilmente che siate gentili". È una frase che si pronuncia quando ci si presenta o quando si inizia una relazione di lavoro duratura.

Nota 04
Il termine 先生 - sensei - si applica sia ai docenti scolastici che agli insegnanti di qualunque genere. Inoltre, si applica anche ai medici. Nemu è infermiera e apprendista medico, quindi il termine sensei non è ancora adeguato per lei, ma qui si vuole chiaramente far notare come la scelta di entrare in una scuola più selettiva frutterà a Nemu un titolo onorifico più elevato.

Nota 05
In Giappone, quando si rientra a casa si pronuncia la paroka ただいま - tadaima - che letteralmente vuol dire "proprio adesso", sottintendendo che si è appena rientrati. Chi è in casa risponde - おかえり - okaeri, ossia ritorno, (a volte con l'aggiunta dell'imperativo "nasai", o di altre forme). Può anche accadere di essere accolti subito con un okaeri, e di rispondere quindi tadaima. Qui Nemu sottolinea che è a casa, anche se in senso lato, con questo scambio di battute.

Nota 06
Miharu si è sempre lamentata del fatto che Nemu non avesse un petto particolarmente pronunciato. In uno degli intervalli degli episodi della prima serie, gli autori avevano scritto che 音夢の胸­ ("Nemu no mune", il petto di Nemu) è una frase palindroma, e da quel momento questa frase è diventata un tormentone di Da Capo.

Nota 07
Durante la prima serie, Miharu si era gravemente ferita; la ritroviamo perfettamente guarita all'inizio della seconda serie.

Nota 08
L'esclamazione "shimatta" è letteralmente il passato del verbo "shimau", ossia fare completamente, fare fino in fondo, fare irreversibilmente. Quando è usata come esclamazione, viene spesso tradotta come: "Oh, no!", oppure "Troppo tardi!", perché questo è più o meno il senso espresso. Qui abbiamo usato il valore etimologico dell'espressione, ossia: "L'ho fatto!" perché è più vicino al senso inteso da Junichi, che sa di aver combinato un pasticcio, e perché Nemu ripete subito dopo "shimatta?", chiedendo in questo modo cosa egli intenda. Come dire: "sai di aver combinato qualcosa? E cosa?".

Nota 09
Chiamare per nome e senza un suffisso una persona, in Giappone, è ritenuto un comportamento estremamente intimo. Persino Nemu chiama Junichi NII-SAN (signor fratello). Chiaramente, si tratta di un nomignolo affettuoso, ma resta il fatto che Aishia che chiama Junichi per nome lascia intendere che fra di loro ci sia una relazione molto più profonda di quella che in realtà è. Ovviamente, lei è scandinava e non conosce queste sottigliezze ed essendo un anime, si può sorvolare sul fatto che Nemu non si accorga di quanto Aishia sembri straniera.